Linux

Hai sentito parlare di Linux e vorresti provarlo ma non sai da dove iniziare?
Vuoi farlo ma senza stravolgere il tuo computer? Magari hai sentito qualcuno che ti diceva di dover fare delle partizioni, di procurarti una immagine, di masterizzare un cd o un dvd e la cosa ti urta un pò o ti sei perso qualche passaggio? Hai provato a cercare su internet ma le idee anzichè schiarirsi ti si sono confuse ancora di più? (Oppure odi le guide di Salvatore Aranzulla che ti spiega le cose come se fossi un deficiente? :D).
Bene allora questo è l’articolo che fa per te.
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Come avrete notato su Yasb è presente il seguente logo:
Close Windows, Open Doors

Questo perché il nostro blog aderisce alla campagna della Free Software Foundation il cui scopo è quello di sensibilizzare gli utenti che normalmente usano i sistemi Microsoft (da Windows8 in avanti ma anche all’indietro) alle “insidie” che si nascondono in tali sistemi. Se vi sembra che sia esagerato usare la parola “insidie”, vi basti sapere invece che la fsf li chiama abusi. Continue Reading


Yasb inaugura da oggi una nuova categoria di articoli: Misconception (che vuol dire idea o concetto sbagliato), allo scopo di chiarire, appunto, alcune idee sbagliate spesso molto diffuse nel mondo dell’informatica.

Misconception prima puntata

Tra le varie idee sbagliate, che circolano nel mondo dell’informatica, c’è quella che porta a parlare di Linux e Unix allo stesso modo come se fosse indifferente parlare dell’uno o dell’altro. Bè la notizia è che Linux e Unix esistono entrambi 😀 e sono due sistemi operativi diversi. Continue Reading


Contenuti:
Guida passo passo
Programma di esempio

Se volete installare la libreria graphics.h in Ubuntu bisogna compilare e installare libgraph che è l’implementazione delle API di  grafica del turbo c su Linux con l’uso delle SDL.

Non è una libreria molto potente e adatta alla creazione di applicazioni di qualità ma, è semplice, e  adatta a scopi didattici e cioè di apprendimento.
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Vi siete mai chiesti come fa la shell di linux (interfaccia a linea di comando) a realizzare il cosiddetto TAB-COMPLETION?
Il Tab completion, una di quelle funzionalità per le quali vale la pena imparare i comandi, rende l’uso della shell molto più semplice e divertente, velocizzando e aiutando nella scrittura di comandi a volte molto lunghi. Serve, per chi non lo sapesse, a mostrare, (premendo due volte il tasto TAB sulla tastiera), l’elenco dei possibili completamenti di un comando (o di un file, directory e anche di possibili opzioni….prova ad esempio a fare un TAB-TAB dopo apt-get); in realtà, premendo una sola volta il TAB, la shell prova a completare il comando (file, directory, opzione che sia) e, nel caso di unica possibilità lo fa (fai TAB dopo aver scritto la i di install per apt-get), in caso contrario, premendo due volte TAB si ha l’elenco dei possibili completamenti.
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Questa è la seconda parte della traduzione di un articolo dal titolo: “Linus Torvalds’s Lessons on Software Development Management” (ovvero: lezioni di Linus Torvalds [il creatore di linux ndr] sulla gestione dei progetti di sviluppo software), scritto da Steven Vaughan-Nichols che potete trovare qui. La prima parte della traduzione la trovate qui.
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Sull’importanza degli strumenti di sviluppo

Ho chiesto a Torvalds cosa pensasse riguardo i cosiddetti strumenti di Software Configuration Management (SCM) come il suo Git version control system.

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Quella che segue è una traduzione (parziale) di un articolo dal titolo: “Linus Torvalds’s Lessons on Software Development Management” (ovvero: lezioni di Linus Torvalds [il creatore di linux ndr] sulla gestione dei progetti di sviluppo software), scritto da Steven Vaughan-Nichols che potete trovare qui, nel quale Torvalds appunto spiega le sue opinioni riguardo la gestione (creazione) dei progetti software.

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Se c’è qualcuno che conosce gioie e dolori della gestione di progetti di sviluppo software, questi è Linus Torvalds, Continue Reading

Registrare comandi da terminale è diventato molto semplice e questo grazie a Shelr, un tool da linea di comando che registra i comandi digitati e li ripete pubblicandoli anche sul sito: Shelr.

Lavora registrando i comandi come un Typescript (letteralmente uno script di tutto ciò che è stato scritto e visualizzato nella sessione).

Lo script può essere "ri"-scritto su terminale oppure caricato sul sito Shelr e visto online come un video.

Articolo liberamente tratto da: omgubuntu

Caro vecchio command-not-found

Se ogni tanto sul vostro terminale compare il buon vecchio command not found, questo articolo non fa per voi. Se invece, in Ubuntu o distribuzioni similari, digitando sul terminale un comando errato o che non esiste o che semplicemente non è installato, Ubuntu (il terminale di…) ti viene fornito un elenco di comandi simili a quello che hai digitato (una sorta di forse intendevi…), e questo ti da fastidio, allora continua a leggere. In alcuni casi ho visto spuntare anche i pacchetti, che è necessario installare, per far funzionare il comando. Utile (quest’ultima cosa) se non sai che pacchetti installare per far funzionare un comando.
Nonostante ciò, questa caratteristica rallenta la shell e può anche essere fastidiosa se fai molto uso dei comandi su terminale. In alcuni sistemi è di fatto non installata (su debian ad esempio spunta il vecchio e caro: command not-found….secco ma efficace).

Come risolvere

Per disabilitare questa “feature” (parola molto vicina a “future” a cui vorrebbe farci arrivare Ubuntu…senza nessuno sforzo…), si possono fare due cose.
La prima consiste nel rimuovere il pacchetto che fornisce la feature e ….bypassare un piccolo bug che rende la rimozione del pacchetto solo parziale.
Per far ciò basta quindi:
rimuovere il pacchetto command-not-found con:

sudo apt-get remove command-not-found

se si prova adesso a eseguire un comando inesistente o errato spunterà un messaggio strano dovuto al bug prima citato.
Per risolvere anche questo problema bisogna lanciare il seguente comando:

sudo mv /usr/share/command-not-found /usr/share/command-not-found.bak

Affinchè il tutto abbia effetto bisogna riavviare la shell.

Un altro modo meno drastico per disabilitare la feature senza rimuovere il pacchetto (che in qualche caso potrebbe essere utile), è quello di aggiungere al proprio ~/.bashrc la seguente linea:

unset command_not_found_handle

Se dovreste cambiare idea quindi potrete sempre eliminare la linea o semplicemente commentarla facendola precedere dal simbolo #.
Questo articolo è stato liberamente tratto (e tradotto) da: techthrobcom

Debian Lenny ha qualche problema a far funzionare VLC il noto media player. Si tratta di un conflitto con il repository debian-multimedia il cui effetto è quello di non far funzionare i video con VLC. Questo articolo spiega come risolvere il problema. Bisogna fare il downgrade delle versioni di ffmpeg e le librerie bavcodec51 libavdevice52 libavformat52 libavutil49 libpostproc51 libswscale0. Cioè bisogna portare quei paccchetti alla versione precedente.
Ecco i vari passi:
1)commentate il repository debian-multimedia sul vostro sources.list (se non sapete di cosa sto parlando mandate un commento a questo articolo) e aggiornate con

    
sudo apt-get update

2)rimuovete vlc tramite ad esempio il classico:

sudo apt-get remove vlc 

3)Il comando

apt-cache policy $package

permette di sapere la versione precedente di ogni pacchetto, quindi basta vedere la versione precedente di uno dei pacchetti prima citati e se non avete il sistema configurato in maniera strana tutti gli altri sono uguali. Nel mio caso ad esempio facendo:

  apt-cache policy ffmpeg

ottengo:

  ffmpeg:
  Installato: 0.svn20080206-18+lenny2
  Candidato: 0.svn20080206-18+lenny2
  Tabella versione:
 *** 0.svn20080206-18+lenny1 0
        500 http://security.debian.org lenny/updates/main Packages
        100 /var/lib/dpkg/status
     0.svn20080206-17+lenny1 0
        500 http://ftp.it.debian.org lenny/main Packages

da dove si evince che la versione attuale di ffmpeg è la 18+lenny2 e quella precedente è la 18+lenny1
4)Il passo successivo è lanciare il comando per fare il downgrade alla versione precedente (18+lenny1) ovvero:

sudo apt-get install --reinstall ffmpeg=0.svn20080206-18+lenny1 libavcodec51=0.svn20080206-18+lenny1 libavdevice52=0.svn20080206-18+lenny1 
libavformat52=0.svn20080206-18+lenny1 libavutil49=0.svn20080206-18+lenny1 
libpostproc51=0.svn20080206-18+lenny1 libswscale0=0.svn20080206-18+lenny1

Come potete notare la differenza tra il comando descritto su zeitoun e quello da me lanciato è il fatto che l’autore dell’articolo ha fatto il downgrade alla versione 8 mentre, nel mio caso, la versione è 18+lenny1: quindi prima di lanciare il downgrade assicuratevi di scrivere per ogni pacchetto la versione precedente corretta.
Adesso VLC dovrebbe funzionare perfettamente…ah dimenticavo: prima di provarlo cancellate il contenuto di .vlc con:

rm -rf ~/.vlc

e ovviamente reinstallate il pacchetto ad esempio con:

sudo apt-get install vlc

Ho finalmente scoperto leggendo questo post sul forum di debian perchè (a volte) il comando

sudo aptitude install nomepacchetto

cerca di rimuovere tutti i pacchetti dell’ambiente gnome. Se invece di aptitude usate apt-get il comando

sudo apt-get install nomepacchetto

vi consiglia di rimuovere i pacchetti inutili tramite

sudo apt-get autoremove

Se date conferma ad aptitude o se usate l’autoremove di apt-get, vi troverete senza l’ambiente gnome e sarete costretti a reinstallare tutto.
Se fosse capitato anche a voi, la motivazione, come dice il post, è relativa al fatto che gnome è installato a partire da un metapacchetto.
I metapacchetti non sono esattamente pacchetti reali ma solo wrapper – ovvero contenitori o io direi alias – per il pacchetto reale; per la cronaca lo scopo dei metapacchetti è far corrispondere al metapackage il pacchetto reale con la versione di volta in volta più recente. Quindi i gestori di pacchetti (apt-get e aptitude) non si rendono conto delle dipendenze tra i vari pacchetti gnome considerandoli inutili.
Il problema si può risolvere o evitando di installare il metapacchetto e installando invece gnome nella versione più recente oppure semplicemente lanciando

sudo aptitude keep-all

…che serve a mantenere tutti i pacchetti installati finora. Lo svantaggio sta ovviamente nel fatto che l’opzione keep-all mantiene anche quei pacchetti non dipendenti da gnome che non sono più necessari e che potrebbero essere rimossi con l’autoremove. Quindi il keep-all è consigliabile solo dopo una installazione fresca dell’ambiente gnome tramite metapackage.
Spulciando in giro (ad esempio qui) ho anche capito meglio la differenza tra apt-get e aptitude e quando conviene usare l’uno anzichè l’altro e viceversa.

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